Ho prenotato un Anthology Workshop a maggio dell’altr’anno, incuriosita da alcuni amici che avevano venduto racconti. Dato che cerco di andare a questi workshop sulla costa dell’Oregon ogni tre anni e che ero stufa di andare a quelli di business che poi non riesco ad applicare in Italia, ho deciso di optare per questo che è più di mestiere di scrivere.

Così è iniziata l’avventura a dicembre scrivendo due racconti in due settimane, e poi altri quattro a gennaio in altrettante settimane. Pensavo “Che ci vuole a scrivere un racconto in una settimana?” anche se in generi che non conosco?

In effetti quella è stata la parte facile. Mi sono anche divertita a scrivere storie che non avrei mai scritto senza un tema per ogni antologia. Arrivava la domenica sera (lunedì mattina per me) e andava consegnato entro la domenica sera. In genere spedivo prima, tipo giovedì o venerdì, a meno che non dovessi fare ricerche sul genere.

La prima storia in realtà l’ho scritta almeno due volte (senza contare i tentativi falliti, circa quattro), e l’ho spedita la domenica, del tutto insoddisfatta (e i commenti degli editor mi hanno confermato che non era adatta al genere prescelto).

Le altre sono state molto più rapide e indolori, nonché divertenti. E poi, pensavo, a febbraio posso rimettermi a scrivere le mie storie. Manco per niente, perché prima di partire ho dovuto leggere 240 storie (quelle degli altri) in modo da sapere di cosa stessero parlando gli editor al workshop.

Ammetto che una decina non le ho finite (e qualcuna di quelle che io non ho finito sono state acquistate dagli editor, ma è tutta una questione di gusti), ma ho passato il mese a leggere e mi è anche morto il Kindle nel bel mezzo di una delle ultime storie: batteria scarica! Mai successo dal 2011 quando l’ho comprato!

Per fortuna un’efficiente tedesca aveva fatto degli ebook per poter leggere senza stampare, ma Dean e Kris leggono solo su carta, quindi quando siamo arrivati al workshop, avevano pile di manoscritti davanti!

Come si è svolto: ogni giorno un’antologia diversa con i sei editor che discutevano ogni storia, ultimo/a quello/a che curava l’antologia e che decideva cosa comprare o no. Gli editor erano Dean Wesley Smith, Kristine Kathryn Rush, Allyson Longueira, Mark Lefebvre, Dayle Dermatis e Leah Cutter e le varie antologie avevano i temi più disparati.

Se leggete in inglese, si tratta dei prossimi numeri di Fiction River che copre un po’ tutti i generi – fantasy, fantascienza, giallo, rosa – e potrete leggere le storie dei miei amici. Conoscevo già alcuni di persona, altri solo di nome, altri ancora erano nuovi.

Purtroppo io non ho venduto nulla, ma ho sette nuove storie da pubblicare in inglese e ho passato una bella settimana in compagnia di introversi come me! E, sempre se leggete in inglese, Pulphouse ritorna! Magari un giorno leggerete anche me su una delle due riviste…

Il resto delle due settimane di ferie l’ho passato sulla costa est, visitando Boston e rilassandomi a Long Island dove ho visto John Wick Chapter 2 con la mia amica – molto divertente vederlo in originale con gli stranieri che parlano italiano e gli italiani che parlano inglese. Non oso pensare cosa sia diventato in questo paese. E Scamarcio è un gran bel cattivo! 😉